L'inbreeding: incroci tra gatti norvegesi consanguinei

Cosa è l’ “inbreeding”?
Il termine inglese “inbreeding” indica l’accoppiamento tra consanguinei, o inincrocio. Questo caso può essere esemplificato dall’accoppiamento tra madre e figlio, tra padre e figlia , tra fratelli o tra fratellastri. Alcuni allevatori considerano quest’ultimo caso come “line-breeding”, accoppiamento o inincrocio per linea.

Cosa è il “Line-breeding” o inincrocio per linea?
L’inincrocio per linea è ancora una forma di “inbreeding” sebbene esso si riferisca ad un incrocio o accoppiamento fra gatti che presentano “parenti” o avi comuni. Questo caso può essere esemplificato dall’accoppiamento tra cugini, zii e nipoti o tra nonni, etc.

Perchè viene utilizzata la pratica dell’accoppiamento tra consanguinei?
Le tecniche di “inbreeding” vengono utilizzate in diversi modi e con diversi scopi a seconda delle diverse specie e razze,. Generalmente per i gatti si nota una maggiore frequenza nell’uso di questa pratica rispetto a quanto osservato per i cani.
La ragione per cui questa pratica viene usata è che essa aiuta gli allevatori a potenziare I tratti e le caratteristiche che essi ritengono fondamentali per il mantenimento dello standard della razza. Per esempio se hanno a disposizione un riproduttore maschio “perfetto” e da esso nasce una figlia che rispecchia in pieno gli standard della razza possono quando questa sarà matura farla accoppiare con il padre per ottenere cuccioli di gatto norvegese delle foreste che rispettino appieno lo standard.

Quale è l’aspetto negativo dell’incrocio tra consanguinei?
Ovviamente l’incrocio tra consanguinei può presentare dei rischi. Primo fra tutti possono manifestarsi malattie qualora entrambi i gatti siano portatori o potenziarsi aspetti fisici negativi. Gatti caratterizzati da un’elevata percentuale di “inbreeding” possono inoltre presentare un sistema immunitario deficitario o indebolito. In alcuni paesi tale pratica è vietata.

Cosa è l’ ”Out-crossing”?
Per “Outcrossing” si intende un accoppiamento in cui i gatti non abbiano antenati comuni. Alcuni allevatori considerano già “outcrossing” un accoppiamento fra gatti che non presentano antenati comuni nelle prime tre generazioni. Talvolta gli allevatori prendono una cucciola ottenuta da accoppiamento tra consanguinei e una volta pronta la fanno accoppiare con un gatto che non presenta con lei “inbreeding” . A questo punto i suoi cuccioli potrebbero essere nuovamente inseriti nella linea dell’allevatore.

Inbreeding in Natura
Ovviamente in natura l’accoppiamento tra gatti consanguinei che abitano la stessa area avviene spesso. Ciò si verifica ancora più frequentemente se il numero di maschi sessualmente attivi presenti in una zona è ridotto perché essi continueranno ad accoppiarsi con i fratelli o i figli. Effetti principali sono un indebolimento sdel sistema immunitario ed una riduzione della fertilità , fattori che possono portare, così come il manifestarsi di malattie ereditarie, al rischio di estinzione.

A ancora senso praticare l’ ”Inbreeding”?
Certamente vi sono buone ragioni nell’uso di questa pratica ma altrettanti buoni motivi per interromperla. Gli allevatori DEVONO avere un comportamento etico e responsabile nel praticare l’ “Inbreeding”. Infatti, anche se lo scopo è quello di mantenere o ripristinare lo standard di razza, l’aspetto fondamentale che un allevatore deve tenere sempre presente è la salute del gatto.
Pertanto per la sicurezza è sempre importante cercare e parlare con allevatori con esperienza. C’è, infatti, un’enorme differenza tra un allevatore che fa riprodurre il suo riproduttore con i propri figli al solo scopo di “produrre” cuccioli indipendentemente dalla loro salute e conformità agli standard ed un allevatore responsabile e consapevole che pratica una volta e con un ben preciso scopo l’”Inbreeding”. Ovviamente quanto scritto è la nostra opinione e la nostra filosofia non prevede “inbreeding”.